A buon intenditor poche parole

Mi chiedevo mentre stavo iniziando a scrivere, quale poteva essere l’argomento più interessante del mese.
E più ci pensavo e più le idee si accavallavano nella mente, non una, ma tante, molteplici, forse troppe.
I due punti faticosamente conquistati col Cesena (e da qualcuno definiti con troppa fretta ed eccessivo allarmismo punti-salvezza) sono stati sepolti velocemente dalla sconfitta di Torino.
Povera Roma, anzi poveri giocatori è davvero un campionato da dimenticare, non ne va bene una...
Perfino il povero Toro (con tutta la mia personale simpatia) che sta davvero messo male, ci ha castigati, anzi se proprio vogliamo essere sinceri tra andata e ritorno si e portato via i 4 punti, rifilandoci ben 6 pallini.
Non è proprio una media da scudetto, anzi fa vacillare il più fedele tra i tifosi, ma come dicevo prima perché infierire sui poveri giocatori (!!), loro in fondo fanno il loro dovere-lavoro, è la iella che non li fa esprimere al meglio...
E nonostante i nostri eroi siano preda della sfortuna più nera, noi tifosi ci siamo ritrovati uniti e compatti anche col Cesena, abbiamo rispettosamente riempito buona parte di un presunto-stadio e ci siamo fatti sentire.
Forse i due punti li abbiamo presi noi, ma questo non è una novità, semmai un qualcosa che spesso si ripete dalle nostre parti.
Quello che ho rivisto, e per questo devo riallacciarmi al mio precedente articolo, è la gioia vera dei due punti sofferti per una classifica sofferta.
Il gol del tedesco è arrivato proprio mentre lo stavamo invocando, e alcuni vecchi ricordi bolognesi hanno fatto capolino nella mia mente... ma allora capitano pure a noi queste accoppiate magiche che vedevo far felici solo gli altri tifosi?
Al mio fianco avevo un caro amico, del quale ricordo non l’espressione arrabbiata per il gol subito, ma lo sguardo ammirato verso una curva che per 16 lunghi minuti cercò il gol e alla fine lo trovò. Finita Roma-Cesena ho visto la gente soddisfatta, che rideva felice, ma di che poi?
In fondo avevamo battuto il Cesena, non una grande squadra, ma evidentemente stiamo imparando ad accontentarci, stiamo posando di nuovo i piedi in terra, vuoi vedere che si ritorna umani, anzi tifosi??
E come tifosi abbiamo fatto il nostro dovere “sostenendo la squadra più forte che il mondo ha visto mai...”, con passione e amore rispettando in pieno i consigli e le esigenze dei tifosi che ci scrivono.
Anche in questo ultimo periodo infatti, abbiamo ricevuto tante lettere e tutte dico tutte, hanno un punto in comune: fare il tifo nonostante tutto.
Che strano, credevo che tanto attaccamento fosse una prerogativa romana, ed invece anche fuori, soprattutto fuori, c’è questo amore incredibile che continua a stupirmi.
Quelle lettere parlano chiaro, non c’è ombra di dubbio e mi rallegro, forse sta nascendo una nuova coscienza che deve farci riflettere. Forse il mio articolo di gennaio ha smosso le acque, forse no, il fatto è che la tifoseria giallorossa, lontana da Roma, si è schierata a difesa e sostegno dei nostri paladini.
Ovviamente non dico che questo sia del tutto giusto, ricordo a chi mi legge che le mie idee in proposito sono molto chiare.
Il tifo si fa non per i giocatori, ma per quello che loro, molto indegnamente, rappresentano, sono contrario a chi scrive lettere accorate con richieste di avere la foto di tizio o l’indirizzo di caio.
Ragazzi smettete di considerare i nostri eroi come fossero il vangelo. Il fanatismo è un grosso errore e qualcuno se ne approfitta sempre.
Non dovete impazzire per una immagine sbiadita e poco incisiva, dovete invece essere fieri di sentirvi Ultrà, di fare parte del gruppo, di vivere la sua storia, sostanzialmente di essere della Roma.
Purtroppo si corre il rischio di ripetersi, ma questo è il momento di insistere, di cercare di far capire in tutti i modi la vera essenza dell’essere tifoso.
Anche noi innamorati della magica, come spero si sta lavorando per la Roma del futuro, ci siamo rimboccati le maniche e senza farci troppe domande, non per il momento almeno, abbiamo preso a pedalare.
Perché è il nostro orgoglio che ci spinge a farlo, perché dentro sappiamo che tra non molto ci sarà un appuntamento importante, perché il 28 maggio non ci dovranno essere scuse. Non voglio che si ripetano quelle squallide scuse sentite in Tv del tipo il derby in fondo è una partita come le altre, si può anche perdere!!
Chi si nasconde dietro certe affermazioni non è degno di indossare la sacra maglietta, è vero, le partite si possono anche perdere, ma il derby no.
Se giocato naturalmente come lo facciamo noi sugli spalti, con lo spirito e la passione che ci distingue.
Di questo squallido campionato è rimasto solo il derby di ritorno, potrebbe sembrare poco, in realtà non lo è.
Non vogliamo sentire scuse, vogliamo i due punti, vogliamo che in campo ci sia una sola squadra, vogliamo soprattutto che sia una maglietta giallorossa a sfrecciare sotto i loro nasi.
Vogliamo vincere sul campo, perché i due punti del tifo li abbiamo già in tasca. A buon intenditor poche parole.

Stefano Malfatti
Commando Ultrà Curva Sud
Vecchio Cucs

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